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December 02, 2008

Intervista a Maurizio Baiata


Maurizio Baiata, giornalista investigativo e ufologo, Direttore Editoriale del mensile “X Times”

p. Ciao Maurizio hai avuto una buona giornata oggi?

M.B. Ciao pasgal, sì grazie.

p. Bene, procediamo con le domande?

M.B. Certamente.

p. Inizierei con il presentarti ai nostri lettori, partendo da domande che riguardano l'uomo Maurizio e non l'ufologo e giornalista investigativo.

Che musica ami e cosa ci consigli per oggi?

M.B. Concepisco la musica come espansione del nostro senso dell’Infinito.
Quando ne scrivevo negli anni Settanta usavo una metodologia critica irrazionale e sensitiva, interessandomi di Musica Cosmica tedesca e Progressive Rock soprattutto. Oggi il meccanismo di comunicazione è diverso, ma consiglio: Sigur Ros, Dead Can Dance, Mission, Editors.

p. Quando vuoi staccare la spina cosa fai, hai una passione in particolare?

M.B. Ascolto musica, vado a correre (jogging), arti marziali (Karate). Motocicletta, una BMW bicilindrica del 1979, bianca.

p. Curi la tua alimentazione in modo particolare o mangi un po di tutto?

M.B. Ci provo. Sono stato tanto tempo fa nella Macrobiotica, poi vegetariano, Oggi di tutto, leggero.

p. Ora, andando un attimino al sodo...
L'ufologia/ esopolitica in Italia, abbiamo speranze di fare passi avanti?

M.B. Il concetto di Esopolitica è ancora lontano dall’essere assimilato dal grande pubblico. Se ci dovessimo attenere al suo principio fondamentale - quello di portare avanti un processo di sensibilizzazione della gente denunciando il cover-up sulla questione UFO/ET perpetrato dai governi e riequilibrando il peso della giusta informazione rispetto a quello della cattiva informazione ad opera di media corrotti - la situazione in Italia si presenta avvilente. Nulla di paragonabile a ciò che si sta ottenendo negli USA ad esempio, dove persino i grandi network (CNN in testa) consentono dibattiti aperti e lasciando libero il pubblico di giudicare, senza imbonimenti furbastri, o l’arroganza di pregiudizi e ignoranza alla Cicap.

p. E' noto che hai avuto contatti personali col Col.Philip Corso, potresti parlarcene?

M.B. Il colonnello era tutto d’un pezzo. Sempre gentile e disponibile, ma anche duro, brusco e sbrigativo con chi non ritenesse idoneo ad affrontare le sue tematiche preferite: gli sviluppi dalla retro-ingegneria aliena, la teoria delle “bioships” (astronavi biologiche tutt’uno con il loro equipaggio ET) e della loro possibile provenienza dal nostro futuro, le energie alternative (fra le quali includeva il nucleare). Riteneva inoltre gli ufologi degli “utili idioti” e quando gli feci notare che ufologo lo ero anche io, mi disse che non poteva farci niente.

Ho dichiarato più volte che il suo irreprensibile curriculum militare lo ha reso un testimone insostituibile, e lo ribadisco, non avendo mai dubitato della sua sincerità, pur mal digerendo il suo atteggiamento per me reazionario.

p. Steven Greer e l'ufologia in America in questo periodo, cosa vuoi dirci di particolare in merito?

M.B. Ho incontrato Steven più volte. È molto preparato. Ha avuto grossi problemi nella vita, ma rispetto alla media degli studiosi si è saputo creare una rete di contatti privilegiati con i vertici della politica americana e, grazie a sussidi molto consistenti, ha dato vita al Disclosure Project, la cui potenziale enorme importanza si è però risolta più come fatto mediatico che come sostanziale passo avanti nella divulgazione della verità. Non è affatto amato dall’establishment ufologico statunitense. Orientando i suoi maggiori sforzi sulla questione free energy si è reso scomodo per tale contesto, ma non ha mai assunto atteggiamenti di rottura, di insinuazioni o di critiche disoneste nei confronti dei suoi colleghi, mentre ne è costantemente fatto oggetto.

p. Steven Greer pensa che con Obama al governo potremmo riuscire ad avere una migliore conoscenza in ambito UFO/ET, pensi la stessa cosa?

M.B. Considerando l’entourage di Obama, se al suo interno non opereranno cervelli preparati in tal senso, non credo avverrà qualcosa di eclatante in campo ufologico. La guerra globale al terrorismo già lo impedisce di fatto, mentre la vitale questione della difesa spaziale continuerà ad essere gestita da gruppi di potere militare e occulto che dominano anche la NASA.

p. "Contattismo"/"Abductions", ad oggi qual'è il tuo parere?

M.B. Che i due fenomeni si toccano e si intrecciano nel risultato finale rispetto ai soggetti che vivono queste esperienze: costruire un uomo nuovo. Ma la regia non mi sembra la stessa. Io so quello che ho visto con i miei occhi. Al mio subconscio evidentemente non piacque e così, pur avendo avuto il privilegio di un contatto, non sono divenuto un contattato, né un contattista, né un rapito. Ho maggiori ragioni di altri per dire che per me gli Alieni esistono e in questo sono un fortunato.

p. Da alcune ricerche risulterebbe che, in Italia, più del 50% di queste persone "rapite" pratichi le arti marziali e/o la meditazione. Hai qualche parere in merito?

M.B. Credo di essere stato il primo ad evidenziare tale incidenza, che segnalai a Corrado Malanga una decina d’anni fa sulla scorta di mie elementari osservazioni derivate da incontri con individui presumibilmente addotti. In egual misura, l’alta percentuale di praticanti di arti marziali e di meditanti lasciava intuire un filo rosso con il fenomeno abduction. Possibili connessioni genetiche fra la nostra primordiale origine cosmica e una o più tipologie di visitatori? Certo, è difficile immaginare tali correlazioni con esseri di tipo grigio. Oppure, il legame esiste in virtù di “frequenze” fra loro coincidenti, o di campi energetici paralleli. Ho solo avanzato delle ipotesi, ma è certo che in stati di meditazione profonda e di contatto con il “ki” l’essere umano è capace di cose incredibili.

p. Oggi più che mai siamo circondati da onde e campi elettromagnetici di ogni genere. La loro diffusione incontrollata avviene senza neppure una base effettiva di ricerca sui danni possibili alla salute sociale. Su questa tendenza anche l'esercito prepara sempre più armi invisibili da usare nei prossimi scenari di battaglia che sembrano essere sempre più vicini alla normale vita quotidiana di noi cittadini.

M.B. Non è un quesito, quello che mi ponete, è una constatazione. Le armi in questione vengono testate da apparati militari su popolazioni inermi e ignare lontano dall’occhio dei media, ovviamente. Così, ritengo vengano usate su soggetti ad hoc presi dalla strada. Armi elettromagnetiche, chimiche e batteriologiche trovano territori di impiego ogni giorno, per la pace dello spirito di chi ci si arricchisce, dagli scienziati che le producono lavorando per le multinazionali - queste sì, del terrore - ai singoli militari che non si fanno scrupoli di coscienza. Non credo, peraltro, che l’Italia (certamente responsabile della produzione di tali dispositivi di morte) ne faccia impiego con le sue forze militari convenzionali, non parlo di gruppi speciali o elementi dell’intelligence.



p. Da dove nasce questo subdolo modo di controllare e ferire? Queste armi sono frutto della sola scellerata follia umana o vedono una correlazione con una qualche retro-ingneria aliena?

M.B. Per la seconda domanda, sarei portato ad escluderlo, al momento. Nel primo numero di “X Times” un articolo di Pablo Ayo pone l’accento sulla possibile relazione fra sistemi di guida neuronale applicati all’aeronautica, non con i sistemi d’arma. Molto più subdolo è invece il ricorso al mind control per ingenerare negli individui e nelle masse quel continuo senso di paura che porta a giustificare qualunque mezzo il potere vigente possa e voglia applicare per garantire al pubblico di essere in controllo e di essere in grado di garantire la cosiddetta “sicurezza pubblica”. 


p. In base ai tuoi studi, reputi reale l'ipotesi per cui la repentina evoluzione tecnologica avvenuta dal dopoguerra ad oggi e' frutto di "contatti" piu' o meno amichevoli con esseri piu' evoluti tecnologicamente?

M.B. Più che alla tecnologia, i cui riscontri oggettivi non ci sono, persistendo quelli deduttivi basati sulle dichiarazioni di Philip Corso, mi riferirei piuttosto alla sociologia del contatto o, più latamente, alla questione esopolitica. Se fosse reale, il documento (tratto dai files “Majestic 12) attribuito ad Einstein e Oppenheimer ai quali venne posto il quesito sulla deontologia da applicare in caso di contatto ufficiale con civiltà non terrestri, proverebbe che la storia del genere umano (almeno quello occidentale) dal dopoguerra in poi, andrebbe del tutto riscritta. Il documento si trova su , a cura di Ryan e Robert Wood. Altri riferimenti, Michael Wolf e Dan Burisch.

p. Secondo diverse teorie, popoli dell'antica mesopotamia e del Sud America fiorirono grazie ai frutti delle influenze aliene, specie nel campo delle scienze, dell'astronomia e della fisica, tanto da determinare una rapida evoluzione nel loro modo di vivere, costruire e interagire con l'ambiente esterno. Considerando la rapidita', avvenuta dal dopoguerra, dell'evoluzione tecnologica e industriale e' corretto ipotizzare un intervento alieno sull'evoluzione umana, ciclico piuttosto che continuativo?

M.B. Credo nell’interazione aliena con il genere umano sin dalle sue origini sulla Terra, ove tale nostra forma di vita potrebbe essere stata impiantata, o adattata in ragione di mutazioni genetiche programmate da altri. L’interrogativo sottolinea l’ipotesi di un’influenza aliena esplicata sullo sviluppo tecnologico e scientifico. Non è detto sia andata così, esclusivamente. Tali sviluppi li vedo come un corollario di conoscenze “diverse”, quali la magia, i poteri ESP, le facoltà naturali dell’Uomo portate ad altri livelli, ad esempio la percezione e la visione extradimensionale, o la interazione e la padronanza degli elementi, i campi in cui l’Alchimia si mosse. Inoltre, basta guardare ai Nativi Americani e alle loro
tradizioni per rendersi conto che con la tecnologia questi popoli sono stati soggiogati e annientati, ma non il loro Spirito.

p. In base alla tua esperienza, e se le teorie sopra esposte fossero reali, verso quale futuro ci vogliono portare e con quale fine?

M.B. Extraterrestri lo siamo anche noi. E della peggior specie. Gli Altri lo sanno ed è per questo che non vedremo, a mio modesto avviso, un loro intervento in tempi brevi, a riequilibrio delle forze negative che operano indisturbate su questo martoriato pianeta. Continueremo a ricevere messaggi… sin quando il cordless non funzionerà più e dovremmo tornare al telegrafo, allora il nostro SOS potrebbe anche essere ascoltato.

p. Fino a che punto possiamo considerare il fenomeno dei contattisti una genuina rappresentazione della realtà extraterrestre e quanto la longa manus dei governi ha tentato di manipolare la loro buona fede?

M.B. Nulla nella “rappresentazione della realtà extraterrestre” è genuino. Lo sarebbe solo se il Buddha, in questo preciso istante, comunicasse contemporaneamente con l’intero genere umano e la sua luce illuminasse tutti i nostri cuori rivelandoci di essere venuto d Sirio. I governi hanno usato a piacimento i contattisti, ma il peggio lo hanno fatto gli ufologi che, vedendosi affiancati da questi portatori di un messaggio che invece loro non ricevevano o captavano, li hanno screditati. Esempi italiani a iosa.

p. Ti risulta che i contattati sono sempre stati sinceri nel raccontare le loro avventure spaziali?

M.B. La domanda dovrebbe porsi nei confronti dei contattisti, non dei contattati, questi ultimi infatti a me sembrano molto più simili agli addotti. Per una risposta generalizzata rispetto ai contattisti, direi proprio di no.

p. Come spieghi le differenze "ideologiche" tra ad esempio informazioni fornite da Meier e da Adamski o Siragusa?

M.B. Per le stesse motivazioni appena su esposte.

p. Come mai gli extraterrestri non si sono messi d'accordo prima di contattare l'umanità ?"

M.B. E chi lo dice? In un parlamento galattico prevale la linea del più forte, del più saggio, o del più furbo?

p. Parlaci un attimo della tua rivista, ci sarà spazio sulla " Free Energy"?

M.B. Ci sarà spazio per tutto quello che al potere vigente non piace vedere pubblicato. “X Times” ha avuto una lunga e difficile gestazione. Per me non è la prima volta, ma questa la stiamo affrontando sulla scorta di otto mesi di forzato silenzio che, per chi si occupi di giornalismo investigativo, equivalgono ad una condanna a 20 anni di reclusione in carcere duro, sul piano psicologico. Sul piano pratico, possiamo contare sul sostegno di migliaia di persone che ci conoscono e apprezzano. Non potremmo volere di più e ringraziamo tutti per la paziente attesa e l’entusiasmo che ci si sta riservando in questi giorni che segnano il nostro ritorno in edicola.

p. Bene direi che è tutto, sono proprio felice di averti avuto come ospite Maurizio, seguiamo sempre DNA Magazine e la tua persona è a noi molto cara.

M.B. E io non posso fare altro che inviarvi un grande abbraccio e salutarvi con un Grazie di cuore!

p. Ciao!

M.B. Ciao a tutti. Maurizio Baiata


fonte: altrogiornale

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