Per due volte, negli ultimi 7 anni, i cieli di Torino sono stati visitati da un Ufo. Ad affermarlo è l’Aeronautica Militare italiana che ha pubblicato sul proprio sito i resoconti degli avvistamenti ancora in attesa di spiegazione che si sono verificati sui cieli italiani. Infatti, è il 1° Ufficio-Sicurezza, su delega dello Stato Maggiore della Difesa, a raccogliere, controllare e monitorizzare le segnalazioni inerenti gli oggetti volanti non identificati. Perché sia chiaro che è di questo che si tratta: oggetti non identificati, il che non vuol dire alieni. L’Aeronautica, infatti, non fornisce spiegazioni a questi fenomeni, né di natura “terrestre”, né di natura aliena.
Il primo caso ancora in attesa di spiegazione avvenuto nei cieli torinesi risale alla notte del 29 settembre 2002 e all’epoca fece molto scalpore. E’ un sabato e all’interporto di Orbassano un guardiano notturno sta guardando la tv, quando all’improvviso l’apparecchio si spegne e, contemporaneamente, si apre il cancello automatico. Il guardiano esce dal gabbiotto per controllare cosa sta succedendo e viene investito da un sibilo e da una brezza leggera. Ultima la sensazione di un oggetto luminoso che lo avvolge per poi essere aspirato ruotando velocemente verso il cielo. Pochi attimi ma sufficienti a gettarlo nel panico e a convincerlo che era ora di chiamare soccorsi. Quando la pattuglia dei carabinieri arriva sul posto lo trova agitato e certo di essersi imbattuto in un Ufo largo tre metri, come lui ribadirà anche nei giorni successivi.
Il secondo episodio risale al 17 giugno 2003. Quel giorno vengono infatti rinvenuti alcuni misteriosi cerchi in un campo di grano di Perosa Canavese. I disegni, visibili solo dall’alto, vengono notati da alcuni deltaplanisti e non appena la notizia si diffonde, curiosità e timori travolgono la tranquilla cittadina canavesana. Tanto che, alla fine, persino il sindaco si rassegna e chiede l’intervento dei carabinieri. I militari che si recano nel campo si trovano di fronte a cerchi, archi e corridoi, in un’area lunga 80 metri e larga oltre 40. Poco lontano, anche una grossa “vela”. All’epoca ad occuparsi del caso fu il tenente Silvio Mele che spiegò: «Le piante di grano non sono né bruciate né spezzate - dice l’ufficiale -, ma soltanto piegate, come se vi avessero appoggiato qualcosa sopra. Difficile capire cosa». A distanza di tanti anni, neanche l’Aeronautica Militare non è ancora riuscita a dare una risposta a questo interrogativo. E così i due casi torinesi, insieme ad altri 25 nel resto d’Italia, vanno a costituire i veri e propri X-Files italiani, casi ancora in attesa di spiegazione. C
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